House Of Cards – Perché iniziare a vederlo?
“A me non piacciono ‘ste robe di politica, intrighi,
blablabla, stile Tutti gli uomini del
Presidente, preferisco Tutti gli uomini
del Deficiente con il commento della
Gialappa’s Band” Questo è quello che hai pensato quando l’amico di turno ti ha
detto: “Oh, c’è una nuova serie tv sulla Casa Bianca con protagonista Kevin
Spacey , che parla di intrighi e potere!”
Sarò l'amico di turno. Dunque, vi dirò in breve perché vedere questa serie TV: ottimo cast,
ottima sceneggiatura, interessanti espedienti narrativi, colpi di scena
mozzafiato. House of Cards è da medaglia d'oro.
I motivi sono tanti, ma partiamo dal primo, che è quello
principale:
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Da Seven |
Kevin Spacey: protagonista assoluto, interpreta Frank Underwood,
un deputato del Congresso che per ottenere un ruolo politico di spicco sostiene Garrett Walker alla nomina di
Presidente degli U.S.A., ma le sue aspettative
però vengono deluse, Frank adirato, inizia così a progettare il suo piano di vendetta.. Trovandosi ad interpretare un personaggio cinico, spietato e machiavellico, Kevin Spacey si conferma mattatore incontrastato.
Rompere la quarta
parete
Oltre alla bravura dell'interprete, ci sono alcuni
espedienti narrativi che rendono ancor più piacevole il personaggio: in primis è stato scelto di mostrare i suoi sms in
sovrimpressione, poi ancor più efficace è stata la scelta di rompere la quarta parete. Infatti Underwood interloquisce costantemente
con noi spettatori: ci parla, ci strizza l’occhio, ci coinvolge in ogni modo.
Così House of Cards diventa teatro, noi entriamo nella serie, noi siamo
seguaci di Underwood, complici dei suoi misfatti, ed è per questo che facciamo
tifo per lui, Spacey ci trascina al suo seguito, ci fa pensare – nonostante
tutte le sue malefatte – che il suo personaggio sia nel giusto.
Underwood è il più forte, il più furbo e il più
manipolatore, e io spettatore sono l’unico di cui non si sbarazzerà mai, io
sono suo complice ancor più della moglie Claire. Perché sua moglie è uno strumento per conquistare il potere, io spettatore, sono la persona che vuole sedurre.
Qui traspare un eco di teatro, io vedo Shakespeare
dietro le giacche eleganti e le automobili, House of Cards è il Macbeth degli
anni 2010.
Nel teatro la quarta parete è la parete immaginaria tra il palco e la
platea, oggi il termine “rompere la quarta parete” si riferisce anche ad opere
scritte (letterarie o fumettistiche) e audiovisive (film, serie tv, cartoni
animati, ecc), vediamo alcuni esempi:
Deadpool: raro nel suo genere fumettistico, lui è consapevole di
essere un fumetto, e non perde occasione per rivolgersi a noi.
Questo, lo faceva anche Bugs Bunny degustando una bella carota,
ma era praticato anche da Malcolm, lo ricordate?
Gli esempi sono tanti, in questi casi la rottura della quarta parete serve per farci ridere, è
più che altro un espediente umoristico.
In House of Cards non è così, Underwood vuole accattivarci,
ammaliarci, farci compiacere di ciò che fa, Kevin Spacey ci seduce come si
farebbe con una bella donna, quasi come per dire: guarda come sono bravo e
carismatico. E' la seduzione del male, il fascino dell'oscuro.
Su questo espediente ci ritorneremo nella parte contenente spoiler.
Gli altri:
Claire & Zoe sono
la moglie “fedele” e la mina vagante, altri due validi motivi per vedere questo
telefilm. Analizziamo i due personaggi, partendo dalla consorte, che vediamo da
giovane nella foto in basso:
Ebbene sì, Claire Underwood non è altro che l’amata Jenny di
Forrest Gump, o meglio Robin Wright, o per quelli ancor più nostalgici la
protagonista di “La storia fantastica”:
Oggi è così:
A parte la bellezza Robin Wright possiede ben altre doti
recitative, che le permettono quasi di eguagliare il finto marito: Claire compie un viaggio interiore
nel corso delle prime due stagioni, lei come Frank ha capito che l’amore tra
lei e il marito si concretizza nella carriera, nell'ambizione e nel potere.
Sono una coppia perfetta, nella quale non esistono problemi, o meglio si
appiattiscono d’innanzi alla cooperazione tra i due. La coppia non fa sesso, o
almeno non vediamo mai queste scene, loro corrono, uno affianco all'altro,
Frank trascina sua moglie con lui, quasi quanto coinvolge noi rompendo la
quarta parete.
Evitando gli spoiler, questo è il minimo che riesco a dire su di
lei, passiamo quindi a Zoe.
Mentre nel primo caso abbiamo parlato di una MILF, in questo caso possiamo vedere una ragazza molto graziosa, Kate Mara (già vista nella prima stagione di American Horror Story) che interpreta Zoe Barns, giornalista in cerca di successo, arrembante e aggiungerei un po’ zoccoletta:
Dopo questa immagine estratta dalla prima stagione,
riprenderò a parlare di lei nella sezione con spoiler.
Ci tengo però a menzionare un altro paio di personaggi, il primo
lo vediamo in basso, è interpretato da un discreto Corey Stoll:
Peter Russo. Dopo tutto quello gli vediamo accadere nella prima stagione, io mi chiedo: si può essere
cotanto sfigati?
Non augurerei mai a nessuno di essere un Peter Russo.
Comprimario, sempre al fianco di Frank Underwood, è Doug Postner, il
suo uomo più fidato. Andando avanti con la serie scopriamo che non solo Doug è sempre a disposizione per coadiuvare Underwood nella risoluzione delle sue
rogne, ma ha anche “i cazzi suoi per la testa”, questi “cazzi” (non propriamente tali) lo
destabilizzeranno , ma nonostante ciò, fino alla fine cercherà di aiutare
Underwood nelle sue macchinazioni.
Prima di chiudere questa brevissima carrellata sui
personaggi, due minuti vanno dedicati all’attore che lo interpreta Doug:
Michael Kelly, un attore caratterista, che a quanto pare è capace di
interpretare solo questo ruolo (L’uomo d’acciaio, I Soprano, ecc), in
particolare riprende in questo show, come in un copia-incolla, il personaggio
di Charlie ne “I Guardiani del Destino”.
Solo in un film lo ricordo diverso: L’alba dei Morti Viventi (2004), dove prova
a calarsi nei panni di una burbera guardia giurata (e dove addirittura ha i
capelli!).
Prima di entrare nella fase spoiler, aggiungerei alcuni
dettagli importanti su questo telefilm:
La domanda è: perché piace? Cosa c’è oltre a Kevin
Spacey? Cosa c’è oltre ad una storia di
fondo interessante? Oltre alla recitazione decente degli altri attori e agli
espedienti narrativi?
Colpi di scena si, ma colpi di scena quando meno te
l’aspetti. Voi direte: “ma i colpi di scena si chiamano così perché sono sempre
quando meno te l’aspetti!” E io vi dico di no! Perché in molte sceneggiature
“banali” i colpi di scena avvengono sempre i determinati momenti, mai per
esempio in una season premiere.
“Sangue” in un telefilm “sulla politica”. Cari ragazzi,
questo telefilm è più simile Breaking Bad che a Tutti gli uomini del Deficiente,
e ci piace perché fa parte di una generazione di serie TV dove si muore facile,
all’improvviso, e specie se si è protagonisti.
Ricordo i morti di Lost (chi non ha visto Lost può non leggere):
Boone muore come un idiota (e si era capito), Charlie muore gloriosamente alla
fine di una stagione (si era capito), Shannon muore come un’idiota, Libby e Ana
Lucia, vengono uccise (a momenti non le
conoscevi), Locke muore, ma non muore,
Jack muore da eroe, Michael si fa saltare in aria, la morte di Sayid è eroica
alla fine della serie, si può fare un discorso simile per Sun e Gin. Ma poi che
problema c’è? Tanto si rincontrano tutti in chiesa e bla bla bla.
La morte scenica, romantica, sacrificale non va più di moda.
Il sacrificio è demodé! La favola non va più, il dramma nudo e crudo è quello
che piace oggi alla gente, altrimenti la TV del dolore non esisterebbe. Alla
gente piacciono le dirette televisive che narrano di bambini caduti in un
pozzo, alla gente piace il morto del giorno in HD (Mario – Maccio Capatonda).
Ed è così che dopo un’epoca di telefilm, nei quali
l’innovazione erano flashback, colpi di scena e cliffhanger, è arrivata una
nuova generazione di telefilm, il dopo Lost è questo: Game Of Thrones, Breaking
Bad, a tratti Boardwalk Empire, House of Cards, Fargo, e in parte il anche il
prodotto italiano Gomorra. Telefilm legati da un unico filo conduttore: non
esistono protagonisti buoni, esiste solo gente disposta a tutto per compiere il
suo destino. Il dramma c’è ed è
palesato, per esempio in Boardwalk Empire, Jimmy Darmody e sua madre Gillian,
no vi ricordano Epido e Giocasta (Edipo Re - Sofocle)?
La diffusione di questo genere, sta contagiando anche serie TV più commerciali come Arrow, che
stanno iniziando ad innestare questo nuovo tipo di colpi di scena tragici (basta
vedere – mi pare – la terzultima puntata della seconda stagione e la prima
della terza).
Ovviamente non si parla di un genere nato in un giorno: I
Soprano avevano in parte anticipato tutto ciò, lo stesso Game of Thrones che
nasce sulla carta stampata, aveva già come elementi i colpi di scena dilanianti, la
promiscuità dei personaggi e la presenza di protagonisti che ami, ma che dovresti
odiare.
Caso a se è rappresentato da The Walking Dead: sia nel
telefilm che nel fumetto la gente muore tragicamente, in altri casi viene amputata, si
accoppia come bestie, mangia altra gente, stupra e via dicendo.
Il pathos e la catarsi raggiungono livelli
elevati, ma la situazione è diversa: non
si tratta infatti di una sola persona che fa di tutto per arrivare ai propri
scopi, ma di un’intera società che è cambiata, non è un “processo di Breaking
Bad” individuale, bensì della razza umana, è la sopravvivenza, o meglio è l'involuzione della specie. Non è normalità alternata a momenti di tensione, bensì tensione costante
con intervalli di calma spesso noiosi, nei quali pare non accada niente, il contrario accade invece
in un prodotto come Breaking Bad, in tal caso anche quando non succede niente sta succedendo
qualcosa.
House Of Cards è un
prodotto che esprime a pieno questo nuovo genere, e per spiegarmi meglio.. Al mio
segnale scatenate gli Spoiler!
SPOILER!!!
Spoiler!!
House Of Card – Perché
continuare a vederlo?
In Breaking Bad il protagonista è un brav’uomo che diventa
il più spietato dei narcotrafficanti nell’arco di un’intera serie tv. In House
of Cards, Frank Underwood è già un politico ricco e potente, non ha un tumore,
non ha un figlio malato, potrebbe benissimo assicurarsi i suoi lauti compensi e
stare buono, ma Frank è anche già ambizioso e cattivo, ma tu – spettatore – non
sai quanta cattiveria aspettarti. Frank Underwood sta in ufficio, usa la giacca
ed è rispettato, vive in un contesto totalmente diverso da quello di Tony
Soprano o di Nucky Thompson, questi hanno degli imperi economici, ma tutti
sanno che sono criminali, vivono tra i criminali, e la maggior parte dei
personaggi di contorno sono criminali. Frank Underwood no, è “solo” un
politicante.
Ora teoricamente potrei scrivere un testamento sulle prime
due stagioni, ma farò tutt’altro.
Subito lo smacco di cui abbiamo parlato all’inizio, Frank
Underwood è incazzato nero e giura vendetta. La sua vendetta inizia da lontano,
Frank non si mette in discussione, bensì manovra due “marionette”: la
giornalista Zoe Barns, usata in ogni modo per influenzare i media a suo favore (un contributo fotografico in questi casi fa sempre piacere)
e il già tristemente citato Peter Russo, uomo politico alcolizzato e fallito,
prima rilanciato da Underwood, e poi diventato un parafulmini umano peggio del
migliore Fantozzi
La storyline di
Peter Russo, purtroppo, non finisce su un tetto, bensì lasciato a morire in un garage:
Diversa è invece la sorte di Zoe Barns, che sopravvive alla
prima stagione, anzi, viene erta a possibile “villain” della seconda, ma è proprio
quando sei li ad aspettarti che la giornalista dalla chioma rossa si inventi
qualcosa per incastrare Underwood, la vediamo finire sotto un treno.
Per mano
di chi? Ovviamente Frank Underwood! Il giocattolo non serve più? Via, sotto un
treno!
Per Frank Underwood uccidere una persona è facile come
schiacciare una zanzara: Frank non usa armi, riesce ad essere crudele e cinico,
ma anche pulito ed efficace. Frank non schiaccia con una mano il castello di
carte, bensì si limita ad un soffio o ad un leggero tocco.
Frank conquista tutto e tutti, è veloce ascesa, che lo porta ad essere vice
prima e Presidente poi. Underwood riesce a condizionare persone ed eventi, portando
il Presidente Walker alle dimissioni, e alla sua consecutiva nomina.
Gli Underwood sono due fenomeni, riesco a dirottare le
polemiche e i loro guai su altre persone, riescono a convogliare tutta
l’energia negativa che li circonda, canalizzandola contro i propri avversari.
Gli Underwood sono
più di una coppia, gli Underwood sono un Giano Bifronte, metà uomo e metà
donna, o meglio, non uomo e non donna,
bensì un ammasso fluido che mira alla conquista.
La coppia pare dividersi nella prima stagione a causa delle storie
extraconiugali, lui con Zoe e Claire con il fotografo, ma è una divisione
apparente, il nucleo si ricongiunge, e i due amanti ovviamente non se la
passeranno più così bene da quel momento in poi.
Arriviamo però, verso la fine della seconda stagione, ad un
punto in cui ti chiedi: ora Claire tradirà Frank con la guardia personale? Li
vediamo bere e prendersi cura l’uno e dell’altro, poi arriva Frank, e ti
chiedi: lo ucciderà ? Lo licenzierà? No, ecco il colpo di scena:
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Come direbbe un mio amico: :-O |
Gli Underwood non hanno sesso, sono dei composti di competizione e conquista. Gli Underwood
rinunciano a generare vita, gli Underwood sono macchine programmate per
conquistare il potere, gli Underwood sono come sportivi che vogliono vincere
una medaglia (onnipresenti la corsa serale e il vogatore come simboli di
competizione).
Su questo telefilm c’è tanto da dire, per esempio: le strane
ossessioni di Frank, come il vogatore, il plastico con i soldatini o le
esasperatissime costolette dell’amico di colore, purtroppo in questo momento non
posso inoltrarmi in questi temi, anche perché ci vorrebbe uno studio più approfondito,
e bisognerebbe aspettare anche le stagioni successive, quindi mi limito a
tornare su un tema che mi è più familiare: la rottura della quarta parete.
Quando guardo una puntata di un qualsiasi telefilm di sera mentre sono a
letto, tendenzialmente può prendermi il sonno, questa cosa con House of Cards
non mi è mai successa, indovinate perché?
Paura!
Paura che Frank
Underwood potesse voltarsi da un momento all’altro dicendomi: “Ehi ragazzo!
Cosa stai facendo?”
Frank
Underwood si compiace e ci fa compiacere di ciò che fa, non perde occasione per
comunicare con noi, ricordo solo un episodio particolare accaduto nel corso della prima stagione, voi lo ricordate?
Si tratta della prima volta che uccide, quando tocca al
povero Peter Russo, Frank non ci degna di uno sguardo, perché accade ciò? Si vergogna
di ciò che ha fatto o semplicemente, per la gravità della cosa mantiene un
basso profilo anche nei nostri confronti? A voi le risposte.
Oppure, altro esempio, ricordate la prima puntata della seconda stagione? Quando Frank non ci parla e alla fine ci fa "bubu settete", o meglio ci rassicura dicendo: "Tranquilli, non mi sono scordato di voi!"
Cosa aspettarci dalla
terza?
La seconda stagione chiude così: Frank è il nuovo Presidente
degli Stati Uniti d’America, appena si insedia alla Casa Bianca ci guarda e da
un doppio pugno sulla sua scrivania, lo schermo si fa nero.
Due pugni: è il
potere? Anche in questo caso a voi le risposte, io invece mi concedo un po’ di
domande:
Cosa avverrà nella prossima stagione?
- Lucas Goodwin uscirà di prigione e continuerà ad indagare?
- La morte di Doug avrà delle ripercussioni su Frank?
- Chi sarà il prossimo villain? (Oddio, è difficile dirlo
quando il protagonista è un essere spietato come lui)
- Frank Underwood riuscirà a muoversi abilmente come faceva
prima, oppure ora che è Presidente e tutte le attenzioni saranno focalizzate su
di lui, non riuscirà più a compiere i suoi misfatti?
-Abuserà del suo potere?
Su questo potrei azzardare già un si.
A parer mio nel 2015 vedremo un’ottima terza stagione, il
successo continuerà, al contrario della poco famosa serie TV targata UK da cui
il prodotto di cui abbiamo parlato è tratta:
Epilogo: Aveva ragione Caparezza..
1-
Frank Underwood (nella narrazione) vince perché
viene eletto Presidente;
2-
Frank Underwood (come personaggio
televisivo)vince perché piace, affascina e trascina gli spettatori nello show;
3-
Kevin Spacey vince perché è bravissimo e regge
quello che è quasi un “one man show”
The winner
is Kevin Spacey!
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